Non è colpa delle banche se gli impeghi vivi alle micro imprese con meno di 20 addetti sono scesi nel 2022 di 5,3 miliardi di euro (-4,3% annuo).
Il calo dei prestiti bancari alle piccolissime aziende – osserva l’ufficio studi Cgia, che ha da poco divulgato i dati – è iniziato da 10 anni e si è interrotto solo nel 2020-2021 grazie al Fondo di garanzia pubblico per promuovere la liquidità alle Pmi colpite dall’emergenza Covid. Dai 171 miliardi del 2011, ai 116,3 del 2019; l’inversione di trend nel biennio pandemico a 124 miliardi, fino ai 118,7 dell’anno scorso (sotto il 17% del totale erogato alle imprese). In tutto quest’arco di tempo, solo 7 trimestri su 40 monitorati hanno presentato una variazione positiva. Il mondo del credito nell’ultimo decennio ha subito molte restrizioni imposte dalla Bce in materia di erogazione al popolo delle partite Iva, riguardanti: rischi di insolvenza, ammontare della somma versata, andamento bancario, business plan. Gli istituti sono obbligati a valutare aspettati qualitativi (come governance e comparto di riferimento) ed eventuali circostanze pregiudizievoli (dai pignoramenti alle ipoteche).
Per rispettare i requisiti di capitale di vigilanza, sono inoltre costretti a tenere bloccata e infruttifera parte dei depositi dei risparmiatori. I vincoli che hanno innalzato l’asticella del merito creditizio, e che si traducono in un rating di default, hanno tagliato fuori tanti piccoli imprenditori dai canali di approvvigionamento della liquidità. Le contrazioni più importanti nel 2022 si è registrata in Veneto (-6,24%, pari a -821,2 milioni); mentre a livello provinciale le più colpite sono state le romagnole Forlì-Cesena (-9,38%, -135,5 mln) e Ravenna (-10,36%, -135,2 mln). Diverse di queste realtà sono agricole: a fine febbraio la 1° edizione del Forum sul credito in Agricoltura ha avuto per tema proprio “Gli accordi di Basilea: l’urgenza di cambiare” regole per l’accesso al credito bancario, che dovrebbero essere specifiche per questo comparto. Tra fine delle moratorie Covid, rialzo dei tassi di interesse ed esaurimento della Tltro, l’ennesimo credit crunch potrebbe essere dietro l’angolo
(Fonte: pltv.it)
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