Francoforte verso una sforbiciata da 25 punti base
Dopo la sforbiciata di giugno e la pausa di luglio, il rientro dei banchieri centrali dell’area euro sarà all’insegna di una nuova limatura ai tassi. Minima, perché l’incertezza globale resta elevata, ma importante da un punto di vista della credibilità della Bce. A differenza della Federal Reserve statunitense, che non ha ancora ridotto il costo del denaro (ma potrebbe farlo già dalla prossima riunione di metà settembre), Francoforte ha intrapreso il suo sentiero in quanto la deflazione sta procedendo come le previsioni. Certo, come ricordato da Lagarde a inizio estate, il percorso è «accidentato», ma c’è fiducia che entro il primo trimestre del 2025 il tasso d’inflazione sia tornato a ridosso del 2%. Tanto basta per inviare un segnale di solidità agli investitori istituzionali, da un lato, e fornire condizioni di finanziamento meno restrittive a famiglie e imprese, dall’altro.
Gli analisti sono in attesa di capire non tanto “cosa” deciderà Francoforte, quanto “come” lo comunicherà. Secondo Carsten Brzeski, global head of macro di Ing, bisogna stare attenti, ma fino a un certo punto. «Non ci aspettiamo una nuova forward guidance nella riunione di questa settimana. Per ora, la narrativa sulla dipendenza dai dati ha funzionato, perché cambiarla?». A concordare è Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, secondo cui le decisioni saranno prese «riunione per riunione».
Per ora, la maggior parte degli investitori vede la prossima mossa sui tassi nella riunione di dicembre. Fra i grandi operatori, solo in pochi parlano già di tasso terminale. Lo fa Allianz, che vede un atterraggio a quota 2,50% nel corso del 2025.
(Fonte: LaStampa)
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