Secondo lo studio «Accelerating the decarbonisation of payments» di Worldline-Università Paris Dauphine-PSL, ogni transazione in contanti può inquinare circa 15 volte in più di una digitale
Con i pagamenti digitali si contrasta anche l’inquinamento. Secondo la compagnia di servizi di pagamento e transazione Worldline, l’uso dei sistemi cashless permette di ridurre del 93% le emissioni di CO2.
Parametri Esg e transazioni digitali
Secondo lo studio «Accelerating the decarbonisation of payments» condotto dalla società di pagamenti digitali Worldline in collaborazione con l’Università Paris Dauphine-PSL, una transazione in negozio emette il 14% di emissioni in più rispetto a una digitale. Se si considera l’impatto indiretto dell’uso di banconote, ad esempio il prelievo, l’uso di mezzi pubblici per raggiungere gli sportelli, la doppia stampa delle ricevute e tutte le componenti fisiche legate ai pagamenti (come la plastica usata per le carte e terminali fisici), ogni singola transazione in contanti può emettere un quantitativo di CO2 fino a 36,8 g, circa 15 volte in più rispetto ai pagamenti digitali.
Le azioni per migliorare l’impatto ambientale
Il 4 giugno il Group Head of CSR Sébastien Mandron, intervenendo al Phygital Sustainability Expo, ha presentato il programma Trust 2025 con proposte mirate a ridurre l’impatto ambientale delle transazioni economiche. Nel 2023 l’azienda ha stretto investimenti strategici per la sostenibilità ed è stata classificata tra le più sostenibili dalla piattaforma specializzata EcoVadis. Delle transazioni digitali gestite tramite Worldline, 3,1 miliardi sono passate dall’Italia.
(Fonte: Corriere della Sera)
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