L’organizzazione di Davos, che sta per cambiare guida da Schwab all’ex ministro degli Esteri norvegese Brende, prevede un cauto miglioramento delle aspettative di crescita. Purché si investa su innovazione e redistribuzione della ricchezza. Occhio però all’Europa: preoccupano l’invecchiamento della popolazione e i problemi sul fisco. Tassi di interesse, investimenti, capitale umano: le prospettive.
In Cina occhio al calo dei consumi e alla crisi immobiliare
Se America e Asia non destano particolari preoccupazioni, a eccezione della Cina dove il calo dei consumi e la crisi del mercato immobiliare non promettono bene, è l’Europa a far suonare il campanello d’allarme: quasi sette economisti su 10 sono concordi nel prevedere una crescita debole a causa di sfide strutturali non risolte, tipo sul fisco e sul tema dell’invecchiamento della popolazione. A questo dato si aggiungono poi da un lato le tensioni internazionali, le quali continueranno a influenzare i mercati, e dall’altro quelle di politica interna in un anno in cui metà della popolazione mondiale è chiamata a presentarsi alle urne.
Nuove tecnologie come volano di crescita sostenibile e inclusiva
Sul versante tecnologico, sebbene oltre due terzi degli economisti intervistati ritengano che non ci sarà instabilità nel breve, il sentiment prevalente è che le nuove tecnologie potranno essere un volano di crescita sostenibile e inclusiva, ma a patto che siano supportate da politiche mirate. Si tratta di un aspetto non secondario per i Paesi a basso reddito, dove i principali timori derivano da una redistribuzione non equa della ricchezza. Di fronte a questo scenario, l’amministratrice delegata del World Economic Forum, Saadia Zahidi, ha parlato di «panorama sempre più complesso» che richiede «politiche che non solo cerchino di rilanciare i motori dell’economia globale, ma che tentino anche di gettare le basi per una crescita più inclusiva, sostenibile e resiliente».
Investire in ricerca e sviluppo fa schizzare il Pil di un’economia avanzata
Per stimolare la crescita economica nei prossimi cinque anni, gli economisti intervistati dal Forum economico mondiale suggeriscono quindi un mix di interventi. In cima alle priorità occorre investire in innovazione. Mettendo in prospettiva, il ritorno stimato per ogni dollaro investito in innovazione è di oltre 4 dollari nel lungo periodo. Inoltre un aumento di mezzo punto percentuale della spesa in ricerca e sviluppo può far crescere il Pil di un’economia avanzata del 2 per cento. In secondo luogo serve migliorare le infrastrutture, ossia le arterie lungo le quali qualsiasi business distribuisce beni e servizi. Quasi la totalità degli intervistati si trova d’accordo sul fatto che solo un miglioramento infrastrutturale creerà nuove opportunità e spazi per crescere. E questo in particolar modo nelle economie a basso reddito, dove la qualità dei collegamenti è spesso scadente se non assente.
(Fonte: Lettera 43)
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