Interessantissimo intervento della dottoressa Alessandra Perrazzelli Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia.
Cetif Summit. Innovation Trends in Finance 2024: Journey to AI, Cloud e Cyber
Milano, 5 giugno 2024
1. I riflessi dell’innovazione tecnologica sul sistema Finanziario
Nelle prime riflessioni sui potenziali impatti del fintech sugli operatori già presenti sul mercato, si è a lungo discusso del rischio che le società innovative – più all’avanguardia, agili e meno regolamentate – potessero erodere consistenti quote di mercato a scapito degli intermediari “tradizionali”.
L’esperienza maturata ha dimostrato che sino a oggi questo rischio non si è manifestato. Stiamo, infatti, osservando che il rapporto tra banche e fintech sta evolvendo, da un piano di competizione diretta a uno di collaborazione.
Tale tendenza è confermata dagli esiti della recente indagine della Banca d’Italia sul settore fintech, finalizzata ad analizzare la trasformazione digitale e le prospettive di innovazione del nostro sistema finanziario.L’indagine evidenzia un aumento dei progetti di investimento effettuati dagli intermediari, realizzati spesso attraverso la collaborazione con imprese tecnologiche, allo scopo di impiegare tecnologie o professionalità non disponibili all’interno e di accelerare i tempi di realizzazione dei progetti. Rispetto alla precedente rilevazione, sono aumentati sia la percentuale di intermediari che ha stretto rapporti di collaborazione (dal 46 al 51%), sia il numero di accordi (da 330 a 470 unità).
Un’ulteriore opzione per realizzare i progetti fintech è l’acquisizione diretta di partecipazioni in aziende specializzate nella fornitura di servizi di information technology (IT): nel 2023 il valore delle operazioni ha superato 1,1 miliardi di euro, pari a cinque volte l’ammontare osservato nel 2021.
La trasformazione digitale del sistema finanziario nelle sue diverse componenti è in atto e interessa pressoché tutti i profili: governance, business model e gestione dei rischi. L’aumento degli investimenti in tecnologie innovative è stato costante negli ultimi anni: tra il 2021 e il 2024 la spesa per progetti fintech è stimata in quasi 1,9 miliardi di euro. La crescita non è, tuttavia, uniforme: gli investimenti sono concentrati su un numero limitato di grandi operatori, a cui è riconducibile l’87,5% della spesa totale connessa ai progetti di investimento.
Le tecnologie più utilizzate sono le piattaforme web-mobile, l’intelligenza artificiale (IA) e le Application Programming Interface (API), mentre il cloud computing – pur non comparendo tra le prime posizioni per numero di progetti – è la prima tecnologia per spesa complessiva (circa 90 milioni di euro, con un tasso di crescita del 50% in due anni). Le aree di business maggiormente interessate dalla digitalizzazione sono l’intermediazione creditizia e i pagamenti, ciascuna delle quali assorbe circa il 40% della spesa totale.
Trattandosi di una tecnologia più matura, i progetti di cloud computing sono solitamente in uno stato più avanzato. Per gli intermediari il cloud è un modo efficiente e flessibile per dotarsi di risorse IT a costi relativamente più contenuti; ciò, tuttavia, comporta la quasi completa esternalizzazione di una funzione essenziale, perché trasversale a pressoché tutti i processi di business.L’indagine conferma altresì la crescente adozione dell’IA: il 72% degli intermediari italiani ha già adottato tecnologie IA in almeno un’area della propria attività – prevalentemente contact center/help desk; gestione delle frodi, servizi di investimento e credito – con un incremento annuo del 10%.
L’impiego dell’IA e della Robotic Process Automation nell’erogazione del credito si sta progressivamente ampliando a tutte le fasi del processo, dallo screening al monitoring, automatizzando il calcolo dello score creditizio della clientela.
L’IA trova infine spazio nella gestione documentale e nella funzione di compliance, come confermato anche dall’ultima rilevazione della Convenzione Interbancaria per l’Automazione (CIPA).
I risultati dell’indagine evidenziano dunque che il sistema si sta muovendo nella giusta direzione, sebbene a una velocità che dovrebbe essere superiore: è infatti necessario continuare a investire per non rimanere indietro rispetto a soggetti operanti in altre giurisdizioni, soprattutto per quanto riguarda le soluzioni basate sull’IA.
Secondo uno dei principali information provider di mercato, gli investimenti in IA continuano a registrare a livello mondiale un aumento significativo: i dati alla fine del primo trimestre di questo anno segnalano un aumento del 24% nei finanziamenti rispetto al trimestre precedente, per un controvalore superiore ai 13 miliardi di dollari americani.
Analizzando la distribuzione geografica degli investimenti, gli Stati Uniti si confermano l’area leader tanto per numero di transazioni (389, circa la metà del totale), quanto per ammontare degli investimenti (oltre 9 miliardi di dollari). Seguono a distanza l’Asia con il 22% (166 deal per 1,9 miliardi di dollari) e l’Europa con il 20% (150 deal per 1,6 miliardi di dollari).
In una prospettiva comunitaria, un adeguato flusso di investimenti pubblici e privati a supporto del processo di digitalizzazione – che potrebbe essere agevolato da un mercato dei capitali comune – è una condizione fondamentale per lo sviluppo delle imprese europee, come ribadito anche nelle conclusioni del recente Consiglio dell’Unione Europea.
A partire da novembre 2022, il settore dell’IA è balzato all’attenzione dei mass media a seguito del lancio sul mercato di alcuni algoritmi di tipo generativo – come ChatGPT – in grado di creare contenuti originali, come testi, immagini, video e persino codici. Le informazioni che abbiamo raccolto attraverso l’interazione con gli operatori di mercato – confermate anche dalle rilevazioni condotte nell’ambito del Single Supervisory Mechanism – suggeriscono tuttavia che l’uso dell’IA generativa nel settore bancario è ancora nelle prime fasi di diffusione, anche se osserviamo un forte interesse da parte degli operatori.
2. Il dialogo con il mercato
Il dialogo continuo con il mercato è un elemento imprescindibile per raccogliere informazioni utili a monitorare l’evoluzione del sistema finanziario e i possibili use case, a individuare nuovi strumenti per misurare i rischi e a definire la risposta regolamentare capace di favorire la “buona innovazione”, quella cioè in grado di coniugare nuovi servizi con l’integrità del mercato e la tutela dei risparmiatori.
Negli ultimi tre anni la Banca d’Italia ha dedicato significative risorse al potenziamento dei canali di dialogo con il mercato, che noi definiamo “facilitatori di innovazione”, in quanto pensati per intercettare le diverse esigenze degli operatori e per supportare i progetti fintech durante il loro ciclo di vita. Questi strumenti comprendono il canale Fintech della nostra Unità di Servizio (webform), incontri bilaterali con operatori e associazioni di categoria, l’Innovation Hub e la sandbox regolamentare, divenuta operativa nel luglio del 2021.
L’Innovation Hub è un’iniziativa delle autorità di vigilanza della Banca d’Italia, della Banca Centrale Europea (BCE) e delle principali banche centrali europee. È stato istituito nel 2020 per promuovere l’innovazione finanziaria attraverso la collaborazione tra istituzioni, operatori del settore e università.
La sandbox regolamentare è un ambiente controllato in cui le imprese fintech possono testare prodotti, servizi e modelli di business innovativi sotto la supervisione delle autorità di vigilanza. L’obiettivo della sandbox è favorire l’innovazione, riducendo al contempo i rischi per il sistema finanziario e i consumatori.
L’Innovation Hub ha già prodotto risultati concreti: sono stati avviati numerosi progetti pilota in diverse aree, tra cui l’IA, la blockchain e la cybersecurity. La collaborazione tra le autorità di vigilanza e gli operatori del settore ha permesso di individuare le migliori pratiche e di sviluppare linee guida per l’adozione delle nuove tecnologie.
Nel 2023, la Banca d’Italia ha inoltre istituito un Comitato per l’Innovazione Finanziaria, composto da esperti del settore e rappresentanti delle autorità di vigilanza. Il Comitato ha il compito di monitorare l’evoluzione del mercato, individuare le aree di intervento e formulare raccomandazioni per il miglioramento del quadro regolamentare.
3. I rischi e le sfide
L’adozione delle nuove tecnologie comporta, tuttavia, anche rischi e sfide che devono essere attentamente gestiti. Tra i principali rischi vi sono quelli legati alla sicurezza informatica, alla protezione dei dati personali e alla stabilità finanziaria.
La cybersecurity è una delle principali preoccupazioni per le autorità di vigilanza e per gli operatori del settore. Gli attacchi informatici sono in costante aumento e diventano sempre più sofisticati. È quindi fondamentale adottare misure adeguate per proteggere le infrastrutture critiche e i dati sensibili.
La protezione dei dati personali è un altro aspetto cruciale. Le nuove tecnologie, come l’IA e il cloud computing, richiedono la raccolta e l’elaborazione di grandi quantità di dati, il che solleva preoccupazioni in materia di privacy e protezione dei dati. È necessario garantire che i dati siano trattati in modo sicuro e conforme alle normative vigenti.
Infine, l’adozione delle nuove tecnologie può avere implicazioni per la stabilità finanziaria. L’uso diffuso del cloud computing, ad esempio, può portare a una concentrazione di rischi presso un numero limitato di fornitori di servizi cloud. È quindi importante monitorare attentamente l’evoluzione del mercato e adottare misure per mitigare i rischi sistemici.
In conclusione, l’adozione delle nuove tecnologie rappresenta una grande opportunità per il settore finanziario, ma richiede anche una gestione attenta dei rischi. La Banca d’Italia continuerà a monitorare l’evoluzione del mercato, a dialogare con gli operatori e a promuovere l’innovazione finanziaria in modo sicuro e sostenibile.
L’intervento della VDG Alessandra Perrazzelli è disponibile sul sito Banca d’Italia.
(Fonte: Banca D’Italia)
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