[BNPL for Business] Previsto un crollo dell’inflazione nell’Ue ma Bruxelles trema per l’incombente guerra commerciale

La Commissione europea ha salutato una “graduale” ripresa dell’attività economica, ma avverte che l’Ue è “particolarmente vulnerabile” a causa delle crescenti tensioni geopolitiche con la Cina e ora anche con gli Stati Uniti dopo la rielezione di Donald Trump alla presidenza

L’anno prossimo l’Ue potrebbe registrare un calo dei tassi d’inflazione di oltre il 50 per cento, in un contesto di modesta ripresa economica e di bassi livelli di disoccupazione, secondo le previsioni della Commissione europea pubblicate venerdì.

Il rapporto, ultimato a ottobre, prima che le elezioni statunitensi riportassero Donald Trump al potere, avverte che l’economia aperta del blocco è “particolarmente vulnerabile” al crescente protezionismo.

L’inflazione diminuirà drasticamente nel 2025

La notizia arriva dopo un periodo di aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, in parte causato dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022.

L’alto costo della vita è stato in cima ai pensieri degli elettori che si sono recati alle urne a giugno, in occasione delle elezioni europee che hanno visto un significativo aumento del sostegno ai partiti di estrema destra.

 

Bruxelles teme la guerra commerciale con Cina e Usa

Ma, colpiti dai recenti shock, i nuclei familiari dell’Ue continuano a risparmiare prudentemente piuttosto che spendere, e una potenziale guerra commerciale a livello globale continua a preoccupare i funzionari di Bruxelles.

“Un ulteriore aumento delle misure protezionistiche da parte dei partner commerciali potrebbe sconvolgere il commercio mondiale, pesando sull’economia altamente aperta dell’Ue”, avverte il rapporto.

Trump ha vinto le elezioni del 5 novembre con la promessa di imporre tariffe del 10 per cento sulle importazioni dall’Ue, ma le previsioni della Commissione tengono conto solo delle politiche annunciate e specificate “in modo sufficientemente dettagliato” entro una data limite a fine ottobre.

Il principale ritardatario economico del blocco è il suo membro più grande, la Germania, la cui crescita sarà la più bassa dell’Ue nel 2025 e la seconda più bassa nel 2026, rispettivamente dello 0,7 per cento e dell’1,3 per cento, secondo le previsioni – un risultato imputabile alla debolezza della domanda interna ed estera di manufatti e alla carenza di manodopera che affligge il settore delle costruzioni.

La fiacca performance dell’economia tedesca è accompagnata da turbolenze politiche, dopo che le drammatiche dimissioni dei partner della coalizione liberale Fdp hanno indotto il cancelliere socialista Olaf Scholz a indire elezioni anticipate per il febbraio 2025.

(Fonte: EuroNews)

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