l volume dei pagamenti digitali in Italia nel 2023 ha raggiunto i 440 miliardi di euro, con un aumento delle truffe online. Bankitalia e associazioni dei consumatori promuovono campagne informative per sensibilizzare sui rischi. Aumentano anche i ricorsi all’Abf per controversie finanziarie. La Banca d’Italia si impegna nell’educazione finanziaria, coinvolgendo scuole e università. Banco Desio lancia un percorso di educazione finanziaria per prevenire truffe online.
NEL 2023 in Italia il volume dei pagamenti digitali ha raggiunto i 440 miliardi di euro, mentre le operazioni con strumenti alternativi al contante sono state 11,7 miliardi. Se si pensa che, prima del Covid, queste ultime erano meno di 8 miliardi, è chiara la dimensione del boom. Parallelamente è aumentato il numero delle truffe, che nei pagamenti online ha assunto negli ultimi mesi dimensioni preoccupanti, complice anche la crescente diffusione dell’e-commerce. Per questo Bankitalia, consapevole della gravità della situazione, ha lanciato insieme alle associazioni dei consumatori una campagna informativa che, attraverso una serie di webinar, mira a sensibilizzare i cittadini sui rischi e le precauzioni da adottare per evitare le frodi online. Disattenzioni come rivelare le proprie credenziali, codici di accesso e password, rischiano di farci cadere nella trappola dei truffatori e di pregiudicare la possibilità di avere il rimborso delle somme sottratte. In caso di truffe sui pagamenti online e problemi con banche e società finanziarie, i cittadini possono rivolgersi all’Arbitro bancario finanziario (Abf) e presentare esposti alla Banca d’Italia senza bisogno di assistenza legale. L’anno scorso il ricorso a questi due strumenti è cresciuto sensibilmente: gli esposti sono aumentati del 21% fino a quota 11.200, spinti anche dalle contestazioni relative alla rinegoziazione dei mutui, che sono più che triplicate, e dalle lamentele per la cessione dei crediti del Superbonus, salite del 70%. I ricorsi all’Abf sono stati oltre 15.800, il 2% in più rispetto all’anno precedente, e hanno portato alla restituzione ai clienti di oltre 12 milioni di euro.
“I dati dicono che i pagamenti digitali sono sempre più diffusi ma che dobbiamo fare attenzione – spiega Magda Bianco (nella foto sopra), capo dipartimento tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d’Italia – Si tratta di un fenomeno che offre enormi opportunità anche per gli utenti finali, in termini di semplicità di uso, di velocità e potenzialmente anche di maggiore inclusione finanziaria, che però presenta rischi se questi strumenti non vengono offerti e utilizzati nel modo giusto”. “Le banche sono ben consapevoli che devono rafforzare ed evolvere continuamente i propri sistemi di sicurezza” aggiunge Romano Stasi, direttore operativo Certfin e segretario generale AbiLab, indicando che la spesa annua in cybersicurezza ha raggiunto i 450 milioni di euro. “Anche nel 2023 gli esposti e l’Abf hanno rappresentato un utile ed efficace strumento di tutela”, dichiara la capo del Servizio tutela individuale della Banca d’Italia, Margherita Cartechini. In oltre il 60% dei casi l’arbitro ha dato sostanzialmente ragione al cliente e il tempo di risposta medio è calato a 118 giorni, molto ridotto rispetto a quelli del processo civile.
Parallelamente alla campagna informativa, la Banca d’Italia sta collaborando con scuole e università per formare le nuove generazioni a una gestione consapevole e sicura delle proprie finanze. Un obiettivo condiviso con un importante alleato: “Il legislatore ci ha ascoltato – continua Magda Bianco – e l’educazione finanziaria è stata inserita in modo orizzontale nell’ambito dell’educazione civica nelle scuole. A partire, speriamo, dal prossimo anno scolastico lo sarà per tutti i gradi partendo dalla primaria ma anche nella secondaria di primo e secondo grado”. I recenti dati sull’alfabetizzazione finanziaria degli italiani, forniti dall’Ocse, rivelano come il livello medio di conoscenze finanziarie nel nostro Paese sia ancora insufficiente. Solo il 37%, infatti, possiede competenze finanziarie di base, una percentuale inferiore alla media europea. Tuttavia i dati si fanno più incoraggianti se riferiti alle giovani generazioni e alle tante iniziative di educazione finanziaria nelle scuole.
Per fare un esempio, quasi il 50% degli studenti ha aumentato il proprio livello di alfabetizzazione finanziaria e potenziato i concetti base della finanza e della matematica finanziaria, oltre il 40% ha più fiducia nelle banche, il 70,8% conosce di più il credito cooperativo e il 43,6% ha migliorato la consapevolezza delle caratteristiche e dei rischi del gioco d’azzardo. Sono questi i risultati di “Una bella educazione“, il corso organizzato dall’Università Lumsa di Roma e da FederLus con l’obiettivo di fornire agli studenti delle scuole superiori gli strumenti necessari per gestire, in modo consapevole e responsabile, le proprie risorse finanziarie. Le lezioni hanno riguardato i temi del risparmio, dell’attività delle banche, del rischio e del rendimento degli investimenti, delle criptovalute, dell’importanza dell’educazione finanziaria per contrastare la violenza di genere.
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