441 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2023, +6,6 per cento tendenziale a prezzi correnti. Ottima performance per la filiera dell’Olio (+65 per cento), bene anche Vini, Pasta e dolci, Conserve e Carni. Germania primo partner commerciale, crescono i flussi verso Usa, Francia e Regno Unito. Il monitor del Research department della banca.
La filiera dei distretti vitivinicoli nei primi tre mesi del 2024 ha ottenuto il 2,4 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2023 grazie ai 10 distretti monitorati che hanno totalizzato oltre 1,5 miliardi di export dopo il lieve calo del 2023 (-0,7 per cento rispetto al 2022). Spicca positivamente il distretto dei Vini del Veronese, con una crescita a due cifre (+11,6 per cento), e quello dei Vini dei colli fiorentini e senesi (+7,4). Si è assestato sugli stessi valori del primo trimestre del 2023 il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+0,4). In lieve contrazione, invece, il distretto più importante in termini di valori esportati, quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato (-2). Segue sullo stesso sentiero di crescita dello scorso anno la filiera della Pasta e dolci (+4,4 per cento nel primo trimestre del 2024 dopo il +4,8 del 2023). Tra i distretti del comparto si segnala, per valori esportati, quello dei Dolci di Alba e Cuneo, che ha realizzato quasi 75 milioni di euro di export in più rispetto al primo trimestre del 2023 (+18,9 per cento). Anche i Dolci e pasta veronesi hanno segnato un progresso a due cifre (+16,4). Arretrano invece i comparti pasta e dolci dei due distretti campani: l’Alimentare napoletano è calato del 33,2 per cento, l’Alimentare di Avellino del 22,6.
Bene anche i distretti agricoli, quelli delle conserve e quelli delle carni
Lieve progresso, da gennaio a marzo 2024, per la filiera dei distretti agricoli (+0,6 per cento). Il principale, l’Ortofrutta romagnola, ha chiuso quasi invariato (-0,2 per cento) nonostante il clima avverso che ha caratterizzato gran parte dell’anno (siccità, gelate tardive e alluvioni) e che ha compromesso molte produzioni del territorio. Forte balzo in avanti per le Mele dell’Alto Adige (+16,9) e per il Florovivaistico del Ponente ligure (+10,7). In arretramento, invece, la Nocciola e frutta piemontese (-17,8). Procede bene sui mercati esteri la filiera delle conserve, con un +8,4 per cento nel primo trimestre del 2024 soprattutto grazie alle Conserve di Nocera. Nella filiera delle carni, che nel complesso ha registrato un progresso del 6,1 per cento, si sono distinti in particolar modo i Salumi di Parma (+17,6 per cento) e i Salumi del modenese (+8,8), mentre la filiera del lattiero-caseario ha fatto registrare luci e ombre. Il principale distretto in termini di valori esportati, il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale, è arretrato leggermente (-3,7 per cento) così come la Mozzarella di bufala campana (-10,3). Fanno da contraltare i successi del distretto Lattiero-caseario parmense che ha toccato +36 per cento nel primo trimestre del 2024.
La filiera che ha contribuito maggiormente alla crescita delle esportazioni dei distretti agroalimentari italiani è stata quella dell’olio, con un +65 per cento e aumenti a doppia cifra per tutti e tre i distretti che la compongono: +71,7 per cento per l’Olio toscano, +44,2 per l’Olio umbro e +55,4% per il comparto oleario del distretto dell’Olio e pasta del barese. Le stime produttive elaborate da ISMEA indicano una ripresa del 20% per la campagna 2023-24 (dopo il crollo del 37% nell’annata 2022-23). La filiera del riso è stata l’unica ad aver chiuso con un segno leggermente negativo il primo trimestre del 2024 (-0,8 per cento), mentre è risultata in crescita anche la filiera del caffè (+8). Spicca il distretto del Caffè di Trieste (+13,8).
Per quanto riguarda i Paesi destinatari, la Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agroalimentari (+4,2 per cento). Riprendono vigore i flussi verso gli Stati Uniti (+17,2) dopo il lieve calo del 2023 (-1,4). In crescita anche Francia (+1,9) e Regno Unito (+0,8). Le economie emergenti, che rappresentano il 20 per cento del totale delle esportazioni distrettuali agroalimentari, hanno segnato un progresso del 10,1 per cento tendenziale (rispetto al +5,8 delle economie avanzate). Tra queste vanno segnalate Polonia (+10,3) e Romania (+17,5). In recupero Cina (+6,9) e Russia (+44,7).
(Fonte: Lettera43)
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