Il Piano industriale prevede 17 progetti strategici per un investimento da 300 milioni. Il gruppo bolognese è protagonista nel mercato con 1,6 miliardi di fatturato.
Un piano a 360 gradi per portare il gruppo lattiero caseario Granarolo al 2028 con un nuovo profilo. Maggiore presenza sui mercati internazionali, una più incisiva politica ambientale e di sostenibilità, razionalizzazione e potenziamento degli impianti, la creazione di un innovation center nel quartier generale di Bologna, efficientamento della logistica anche con l’ausilio dei programmi di intelligenza artificiale.
«Il piano industriale 2024/2027 varato dalla società prevede ben 17 progetti strategici con un investimento complessivo di 300 milioni e proietterà Granarolo nel prossimo futuro attraverso scenari commerciali e industriali in evoluzione», spiega il direttore generale, Filippo Marchi.
Il gruppo lattiero caseario bolognese è il principale protagonista italiano nel mercato del latte fresco e dei derivati con un giro d’affari di oltre 1,6 miliardi. Raccoglie e trasforma 925 mila tonnellate di latte l’anno (dati al 2023) da 503 allevatori in 11 regioni italiane. Conta 2.492 dipendenti in 15 stabilimenti produttivi in Italia e nove all’estero. «Ma sono circa 20mila le famiglie che traggono il loro reddito dal lavoro di Granarolo», dice con una nota di orgoglio il presidente Gianpiero Calzolari.
Il piano al 2027 è stato approvato dagli azionisti del gruppo: la società cooperativa Granlatte (63,14% del capitale), il Fondo strategico nazionale (15,27%), Intesa Sanpaolo (14,95%), Enpaia (4,58%).
Acquisti di latte fresco in netta flessione
In Italia ed Europa il mercato del latte, e di quello fresco in particolare, è soggetto ad una elevata volatilità dei consumi. In un decennio gli acquisti nazionali di latte fresco sono scesi di circa il 35%, sostituiti solo in parte da nuovi prodotti (latte vegetale e latte ad alta digeribilità senza lattosio). «La nostra base di partenza – spiega Marchi – è stata ovviamente l’analisi di domanda e mercati, consapevoli anche del fatto che in Europa la dimensione media dei gruppi industriali del settore è quattro volte la nostra. Abbiamo così individuato nel mercato dei formaggi molli e duri una forte leva di crescita all’estero, in particolare in Francia (+8% l’anno le vendite di mozzarella) e Gran Bretagna, mentre stiamo lavorando per consolidare il competitivo mercato tedesco». Il 9% delle esportazioni totali del comparto lattiero caseario nazionale è espressione di Granarolo.
Fuori dai confini dell’Europa la società cooperativa guarda alla crescita nel ricco mercato degli Stati Uniti e i potenziali dell’innovativo mercato del Brasile, piazze dove per altro Granarolo è già presente (uno stabilimento negli Usa che sarà potenziato e tre siti produttivi in Brasile). Anche in questo caso le linee di sviluppo puntano sulla produzione e distribuzione di formaggi duri (parmigiano reggiano e grana padano) e a pasta molle (mozzarella, burrata, mascarpone). Per questo è in fase di potenziamento (20 milioni l’investimento) l’impianto di Gioia del Colle (Puglia) che diventerà il principale polo per la produzione di burrate e mozzarelle). L’impianto lombardo di Pasturago (già sede della Yomo) diventerà invece il centro di riferimento nella produzione di yogurt.
Programma di conversione alla sostenibilità
Altrettanto impegnativo il programma di conversione energetica con l’obiettivo di una totale sostenibilità. Il traguardo al 2030 è la riduzione del 30% delle emissioni di gas serra per ogni chilogrammo di latte prodotto.«Stiamo costruendo 10 impianti di biometano consortili da biomasse di filiera, attraverso la partnership con la Confederazione dei bieticoltori. Tre impianti sono stati già avviati in Lombardia (Cremona, Mantova e Brescia). Nel 2024 – spiega il direttore generale – ne sono previsti altri, la sfida è portarne anche uno al Sud. Con i dieci impianti l’obiettivo è essere autosufficienti da un punto di vista energetico. Negli stabilimenti italiani abbiamo i cogeneratori. E all’interno del piano 2024-227 abbiamo inserito il fotovoltaico presso lo stabilimento di Pasturago di Vernate (saranno 15 mila mq) e stiamo lavorando per l’installazione di pannelli anche a Bologna. Produrremo più energia di quanta ne consumiamo». Sostenibilità e ambiente non sono però di sola competenza della società industriale, che aumenterà l’impiego delle plastiche riciclate per le confezioni: il programma prevede infatti il coinvolgimento anche degli allevatori conferitori.
(Fonte: Ilsole24Ore)
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