Inviata una richiesta formale di informazioni. Bruxelles vuole indagare sul cosiddetto “meccanismo di avviso e azione”, sulle interfacce online, sulla protezione dei minori e sulla tracciabilità dei commercianti. Le aziende hanno quattro mesi di tempo per rispondere.
Temu e Shein, controversi brand cinesi di fast-fashion, rispettano il Digital Services Act (Dsa), il regolamento europeo per il contrasto ai contenuti online illeciti? Per rispondere a questa domanda la Commissione Ue ha inviato ad entrambe una richiesta formale di informazioni. Il provvedimento fa seguito a una denuncia presentata alla Commissione da una serie di organizzazioni di consumatori.
Bruxelles vuole indagare sul cosiddetto “meccanismo di avviso e azione” (che consente agli utenti di segnalare i prodotti illegali), sulle interfacce online, che dovrebbero essere progettate in modo da non ingannare o manipolare gli utenti attraverso i cosiddetti “modelli oscuri”, sulla protezione dei minori, sulla trasparenza dei sistemi di raccomandazione, sulla tracciabilità dei commercianti e sulla compliance by design.
La risposta entro il 12 luglio
Le due piattaforme di acquisti online sono chiamate a rispondere entro il 12 luglio 2024. Sulla base della valutazione delle risposte, la Commissione valuterà i passi successivi, tra cui l’apertura formale di un procedimento ai sensi dell’articolo 66 del Dsa. L’articolo 74 del Dsa attribuisce alla Commissione anche il potere di imporre ammende per informazioni inesatte, incomplete o fuorvianti in risposta a una richiesta di informazioni. In caso di mancata risposta, l’Esecutivo europeo può decidere una scadenza entro cui ottenere le informazioni necessarie. Il mancato rispetto del termine può comportare l’imposizione di penalità periodiche.
Obbligo di adeguamento al Dsa soprattutto in relazione ai rischi
Shein e Temu sono state designate come piattaforme online di grandi dimensioni rispettivamente il 26 aprile e il 31 maggio 2024. In quanto tali sono soggette alla vigilanza della Commissione, anche per quanto riguarda gli obblighi generali della Dsa.
I due giganti dell’e-commerce hanno quattro mesi di tempo, a partire dalla designazione in quanto grandi piattaforme, per conformarsi alle norme più stringenti del Dsa, “in particolare all’obbligo di valutare e mitigare debitamente qualsiasi rischio sistemico derivante dai loro servizi, come la diffusione di prodotti non sicuri e contraffatti”, ricorda Bruxelles.
(Fonte: CorCom)
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