[BNPL for Business] Come stanno le startup in Europa

L’analisi dei primi 10 anni del report del fondo Atomico evidenzia il paradosso del Vecchio Continente: produce più startup degli Stati Uniti ma una su due cerca finanziamenti oltre oceano.

L’Europa tecnologica vive un paradosso che rischia di minarne il futuro. Mentre il continente produce più startup emergenti degli Stati Uniti, con 35.000 nuove imprese attive, una su due deve cercare finanziamenti oltreoceano per poter crescere. I fondi pensione europei, che gestiscono asset per 9.000 miliardi di dollari, investono appena lo 0,01% nel venture capital, un dato che Tom Wehmeier, partner di Atomico, definisce “praticamente un errore di arrotondamento“.

Questi dati emergono dalla decima edizione del report State of European Tech 2024 realizzato da Atomico, uno dei principali fondi di venture capital europei. Il rapporto, diventato negli anni un punto di riferimento per comprendere lo stato degli investimenti in startup nel continente, combina dati quantitativi da 41 paesi con un’indagine su migliaia di fondatori, operatori e investitori del settore. Un osservatorio che da dieci anni fotografa l’evoluzione dell’ecosistema tecnologico europeo.

Il mercato delle startup
Il mercato delle startupInfografica Atomico

Il boom italiano dell’occupazione tech

Eppure i numeri della trasformazione digitale europea sono impressionanti. Dal 2015 a oggi le tech company del Vecchio Continente hanno raccolto 426 miliardi di dollari, decuplicando il valore del decennio precedente. Nel 2024 si prevedono 45 miliardi di investimenti, in linea con i 47 del 2023, nonostante le tensioni geopolitiche e l’incertezza economica globale. Il settore impiega 3,5 milioni di persone, con una crescita annua del 24%, alla pari con gli Stati Uniti.

L’Italia riflette questa dinamica di crescita. Il Paese ha quintuplicato l’occupazione tech in dieci anni, passando da 26.000 a 167.000 addetti, e nel 2024 le aziende tecnologiche nazionali raccoglieranno 900 milioni di dollari. Dal 2015 sono nati 7 unicorni “made in Italy”, aziende cioè valutate oltre il miliardo, partendo da zero. Un progresso significativo ma ancora distante dalla Spagna, che guida il Sud Europa con 1,4 miliardi raccolti quest’anno.

La sostenibilità e l’intelligenza artificiale emergono come settori trainanti. Un dollaro su cinque (21%) investito in Europa va a progetti green, il doppio rispetto agli Stati Uniti, mentre il deeptech e l’AI attraggono il 33% dei finanziamenti totali. “La versatilità è molto forte – dice Wehmeier – si cresce di più e c’è più attenzione alla sostenibilità. L’AI porta ancora di più, nell’ultimo decennio abbiamo visto grandissime aziende nel settore anche in Europa“.

 
Le exit delle startup
Le exit delle startupAtomico

Un settore con forti luci e ombre

Gli hub tecnologici europei stanno scalando le classifiche globali. Londra è salita al secondo posto mondiale per finanziamenti alle startup emergenti, con Berlino e Parigi nella top 10. I venture capital del continente sono cresciuti del 13% annuo nell’ultimo decennio, superando Stati Uniti (8%) e Cina (2%). Le exit tech hanno generato vendite per quasi mille miliardi di dollari in 10 anni, nonostante il mercato Ipo sia attualmente fermo.

Persistono però zone d’ombra significative. Il gap di genere nei finanziamenti resta preoccupante: i team femminili ricevono solo il 4,9% dei finanziamenti pre-seed, percentuale che crolla all’1,7% nelle serie B dei round di finanziamento. Un problema che riflette la necessità di un cambio culturale profondo nell’ecosistema tecnologico europeo.

Secondo Wehmeier, il vero rischio per il futuro non sono tanto le sfide nella regolamentazione o nella ricerca, quanto il pessimismo diffuso. “Il continente ha fatto enormi progressi negli ultimi dieci anni, questo dovrebbe spingerci a ritrovare fiducia e ambizione“, dice. Le proiezioni indicano che la tecnologia europea potrebbe valere ottomila miliardi di dollari entro il 2034, creando 15 milioni di nuovi posti di lavoro. Un potenziale che richiede però un cambio di mentalità, soprattutto da parte degli investitori istituzionali europei.

(Fonte: Wired)

#buynowpaylater #bnpl #b2b #ecommerce #openbanking #psd2
#fintech #future #credito #cashflow #Allianztrade #money #startups #innovation
#InnovazioneAziendale #PagamentiFlessibili #BusinessIntelligence
#InStore #PayLink #Allianztradeitalia